LO SPIRITO DI LAMPEDUSA PUÒ SALVARE L'EUROPA MORTA A SCHENGEN

Schengen, paesino lussemburghese di quattromila anime, è il simbolo del naufragio dell'Unione europea. Gli accordi stipulati in questa cittadina al confine tra Francia e Germania hanno rappresentato il punto più avanzato dell'integrazione comunitaria, il momento culminante dell'idea di Europa costruita sulla libera circolazione delle persone e sulla cancellazione delle frontiere interne.
Con gli accordi di Schengen si immaginava l'embrione della cittadinanza europea.
Ma, di contro, Schengen ha rappresentato un ulteriore simbolo che ha indotto i Paesi membri, in nome della sicurezza, a rafforzare le frontiere esterne, a costruire fili spinati e campi di detenzione che impedissero agli stranieri di valicare il confine della fortezza.
Libertà di circolazione dentro la fortezza e muri altissimi per proteggerla.
Il dibattito tra i Paesi membri è proteso, sempre di più, a sancire la fine degli accordi di Schengen lasciando in vita solo la vocazione all'esclusione, tipica degli egoismi nazionali.
Mentre sembra definitivamente avvicinarsi la morte dell'Unione europea si intravede in lontananza una speranza che si materializza alla Berlinale. La vittoria dell'Orso d'Oro da parte di Gianfranco Rosi non è solo un prestigioso riconoscimento ad un artista e ad un'opera cinematografica ma rappresenta la speranza di un'Europa che comprende la necessità di costruire accoglienza, di garantire la libertà di circolazione a tutte le donne e gli uomini del pianeta. È un monito a chi pensa che si possa rimanere indifferenti davanti all'olocausto della migrazione, al genocidio quotidiano che si rigenera nel mar Mediterraneo.
Solo lo spirito di Lampedusa, paesino di quattromila anime al confine marino tra Italia Tunisia e Libia, può salvare l'Unione europea. Solo lo spirito dell'accoglienza può ridare ossigeno ad una Europa sull'orlo del collasso politico e istituzionale, sul burrone della barbarie.

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