LEICESTER, L'EPOPEA DI UN FOOTBALL DI ALTRI TEMPI
Tutti pazzi per il Leicester. La favola di Davide che sconfigge Golia trova attuazione nella manifestazione più autentica del football planetario. Nella mitologia della Premier League ci sono state avventure simili: il Blackburn trascinato da Alan Shearer, il Derby County e il Nottingham Forest di Brian Clough ma questa favola del maggio 2016 ha caratteristiche irripetibili.
Nei campionati europei qualche reminiscenza può riportare al Verona di Osvaldo Bagnoli, al Deportivo La Coruna, al Wolfburg di Felix Magath trascinato dai gol di Dzeko e Grafite... ma la vicenda Leicester è assolutamente unica perché accade in un tempo in cui i trionfi calcistici sono direttamente proporzionali alle risorse economiche investite.
L'attuale campionato inglese è il più ricco del pianeta, sostenuto contemporaneamente da magnati sauditi e oligarchi russi, in uno dispendio economico che, negli ultimi venti anni, ha visto il dominio del Manchester United di Alex Fergusson brevemente intervallato da Chelsea, Arsenal e dai cugini del City.
Nello strapotere finanziario che governa il calcio mondiale l'affermazione del Leicester, che solo lo scorso anno ha rischiato la retrocessione, rappresenta un evento straordinario che rigenera l'idea romantica di un calcio fatto di muscoli, nervi, sudore, tecnica individuale, passione collettiva e tattica.
Ranieri ha assemblato un gruppo di buoni giocatori facendoli diventare superstar: tutti i commentatori hanno elogiato la forza esplosiva di Vardy, la tecnica sopraffina di Mahrez, la corsa di Kanté, il muro fisico issato dai due centrali difensivi... calciatori a basso salario e a rendimento altissimo che hanno fatto impallidire strapagati top player.
La vittoria del Leicester assume una valenza fuori dal tempo, sembra un racconto di Osvaldo Soriano, una follia d'altri tempi in cui il figlio del grande portiere, con la stessa faccia e la sfrontatezza del padre, si mette i guanti e, parando l'impossibile e lanciando il contropiede vincente di uno sgraziato ed efficace centravanti, vince il campionato.
Nei campionati europei qualche reminiscenza può riportare al Verona di Osvaldo Bagnoli, al Deportivo La Coruna, al Wolfburg di Felix Magath trascinato dai gol di Dzeko e Grafite... ma la vicenda Leicester è assolutamente unica perché accade in un tempo in cui i trionfi calcistici sono direttamente proporzionali alle risorse economiche investite.
L'attuale campionato inglese è il più ricco del pianeta, sostenuto contemporaneamente da magnati sauditi e oligarchi russi, in uno dispendio economico che, negli ultimi venti anni, ha visto il dominio del Manchester United di Alex Fergusson brevemente intervallato da Chelsea, Arsenal e dai cugini del City.
Nello strapotere finanziario che governa il calcio mondiale l'affermazione del Leicester, che solo lo scorso anno ha rischiato la retrocessione, rappresenta un evento straordinario che rigenera l'idea romantica di un calcio fatto di muscoli, nervi, sudore, tecnica individuale, passione collettiva e tattica.
Ranieri ha assemblato un gruppo di buoni giocatori facendoli diventare superstar: tutti i commentatori hanno elogiato la forza esplosiva di Vardy, la tecnica sopraffina di Mahrez, la corsa di Kanté, il muro fisico issato dai due centrali difensivi... calciatori a basso salario e a rendimento altissimo che hanno fatto impallidire strapagati top player.
La vittoria del Leicester assume una valenza fuori dal tempo, sembra un racconto di Osvaldo Soriano, una follia d'altri tempi in cui il figlio del grande portiere, con la stessa faccia e la sfrontatezza del padre, si mette i guanti e, parando l'impossibile e lanciando il contropiede vincente di uno sgraziato ed efficace centravanti, vince il campionato.
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