IUS SOLI, LA RESA DEL PARLAMENTO RAPPRESENTA IL FALLIMENTO DELL'INTERA LEGISLATURA.
È evidente che, anche questa volta, non ci sarà una modifica
della legge sulla cittadinanza, consacrando all’ennesimo fallimento la
legislatura che si avvia alla conclusione.
La legge italiana è vecchia di venticinque anni, quando la
presenza degli stranieri nati in Italia era assolutamente irrisoria.
Oggi il Paese è cambiato: è cospicua la presenza di stranieri con tutti i requisiti, per nascita e per residenza
decennale, che possono essere considerati italiani.
Le nostre scuole presentano oltre il 10% di studenti
stranieri. Oltre il 50% di questi, con punte altissime nella scuola
dell’infanzia, è nato in Italia, parla perfettamente la lingua e si sente
perfettamente italiano. Tuttavia, per legge, è straniero.
La miopia del governo, prigioniero di una visione oscurantista
di qualche senatore, e l’assenza di coraggio del Parlamento, stritolato dalla
campagna mistificatoria sull’invasione dei migranti, sono un ostacolo
all’approvazione di una legge che sancisca un principio sacrosanto,
riconosciuto in numerosi Paesi tra cui gli Stati Uniti d’America: “chi nasce in
Italia è italiano”.
Lo ius soli è semplicemente una
legge di civiltà. La legislatura si concluderà e in Italia continuerà a
prevalere il principio medievale dello ius
sanguinis per l’acquisizione della cittadinanza italiana. Questa scelta del
Parlamento rappresenta una resa alla barbarie e segna una distanza incolmabile
tra le istanze reali del Paese e l’ovattata visione del Parlamento che
lascia prevalere la propaganda della paura alla condizione materiale dei
cittadini.
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