E ADESSO A SINISTRA CHE FACCIAMO? ALMENO SI ANALIZZINO GLI ERRORI EVITANDO L'AUTISMO POLITICO

E adesso? E adesso che facciamo?
Dopo la nascita del governo più a destra della Storia dell'Italia repubblicana? Dopo la dimostrazione delle pericolose pulsioni xenofobe manifestate dall'asse Lega - Movimento 5 Stelle? Dopo la disfatta alle elezioni amministrative che hanno smantellato gli ultimi storici presidi democratici nelle Regioni rosse? Dopo la scomparsa istituzionale della sinistra? Dopo la dissoluzione e lo smantellamento delle inespugnabili roccaforti sociali? Dopo il lungo periodo di afasia in cui la capacità di analisi è stata soddisfatta brillantemente da Twitter? Dopo aver dissipato un patrimonio di culture, esperienze e pratiche di lotta, elaborazioni teoriche e convinzioni ideologiche?

Che dobbiamo fare dopo aver sperimentato gli errori tattici di chi pensa che basta spostarsi al centro per vincere le elezioni? Dopo gli errori strategici di chi pensa che il settarismo sia sinonimo di radicalità politica? Dopo gli strafalcioni grossolani (tattici e strategici) di chi pensa che basti urlare più forte contro i traditori della classe operaia oppure lanciare strali contro il nemico politico alla propria sinistra?

Che fare dopo aver spalancato la strada alla destra, facendo politiche di destra? Dopo aver scoperto che è falsa l'opzione politica che se la sinistra sceglie di fare politiche di destra gli elettori si spostano automaticamente più a sinistra?
Adesso che facciamo?

La risposta certamente non arriverà dagli attuali leader politici della sinistra moderata, della sinistra antagonista, del centro-sinistra, della sinistra-centro. Non arriverà dai socialisti, dai comunisti, dai rivoluzionari, dai riformisti, dai radicali, dai modernisti, dai populisti di sinistra, da quelli che pensano che bisogna essere uguali e liberi, da quelli che dicono che solo al popolo bisogna consegnare il potere, dai massimalisti, dagli anarchici insurrezionalisti, dai sindacalisti di professione, dai sindacalisti senza sindacato, dai sinceri democratici, dai democratici meno sinceri...

Insomma, siamo nei guai. Prenderne consapevolezza potrebbe essere un buon punto di partenza per chi ancora pensa che sia necessario un punto di vista di sinistra nella società e nella politica. Invece, ascoltando il dibattito e guardando le facce sembra quasi che la sinistra, con il suo necessario portato di trasformazione, abbia scelto di continuare a vivere esclusivamente nella stagione dell'autismo politico.

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