Chi vive a Palermo è cittadino di Palermo. Per questa ragione non applichiamo il decreto Salvini

Il decreto sicurezza rappresenta un grave problema di sicurezza per le nostre città. Soprattutto per le grandi città che, improvvisamente, si ritrovano, centinaia o forse migliaia di persone prive dell’iscrizione anagrafica. 
La scelta del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, di disattendere il decreto Salvini rappresenta una grande questione politica che rilancia il protagonismo degli amministratori locali che rischiano di subire, indiscriminatamente, gli effetti devastanti delle scelte nefaste del governo.
La città di Palermo, da tempo, rappresenta un baluardo contro le pulsioni xenofobe e razziste che serpeggiano nel Paese e le scelte simboliche e concrete, costruite negli ultimi sei anni e mezzo dall’amministrazione guidata da Orlando, sono un pezzo fondamentale di una narrazione anomala, fuori dagli schemi tradizionali, in controtendenza rispetto alle politiche attuate nel Paese.
La scelta di Orlando non è frutto di un’estemporaneità ma è una naturale tappa di un percorso che si riconosce nella “Carta di Palermo”, il documento politico approvato dalla giunta e dal Consiglio Comunale nel 2015, che teorizza l’abolizione del permesso di soggiorno; rilancia nel dibattito pubblico la cittadinanza di residenza; riconosce la libera circolazione di uomini e donne nel pianeta.
Palermo non ha atteso la retorica sovranista e razzista di Salvini per denunciare con forza il nuovo genocidio dei migranti, per aprire i porti e per dichiararsi città dell’accoglienza. Ecco perché, più di altri sindaci, Leoluca Orlando è legittimato ad aprire una polemica pubblica col governo e col suo ministro dell’Interno, perché in passato non ha risparmiato critiche severe alle scelte scellerate fatte dal ministro Minniti che hanno spianato la strada all’attuale razzismo di Stato.
“Chi vive a Palermo è cittadino di Palermo.” Questo principio, incardinato nella dichiarazione universale dei diritti umani, è l’elemento identitario della nostra città.  Ed oggi vieni palesemente calpestato dal decreto sicurezza che, già era stato bocciato dal Consiglio comunale di Palermo che, con due mozione di cui mi onoro di essere primo firmatario, aveva prima chiesto al sindaco di disattenderne le prescrizioni e, successivamente, di non autorizzare l’uso sperimentale del taser per la polizia municipale.
Inoltre, il gruppo consiliare di Sinistra comune, nel mese di novembre, ha presentato un’interrogazione al sindaco chiedendo di modificare l’orientamento dei funzionari che stavano impedendo la trascrizione anagrafica dei cittadini stranieri con protezione umanitaria.
In questo contesto è maturata la scelta di Orlando di sospendere l’applicazione del decreto Salvini per le parti di competenza dell’amministrazione comunale, così da aprire un conflitto che, attraverso il ricorso all’autorità giudiziaria, spalancherà la strada ad un nuova verifica sulla legittimità costituzionale di una legge palesemente anti-costituzionale.

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