MICCICHÈ PRESIDENTE DELL'ARS È LA PREMESSA DI ACCORDO PER IL FUTURO GOVERNO DEL PAESE

Come al solito, non per essere vanagloriosi, tutto comincia dalla Sicilia. Le stagioni del laboratorio politico nazionale hanno spesso un incipit nella terra che Zeus regalò ai Ciclopi ed infatti per (pre)vedere quello che sta accadendo, in vista delle elezioni politiche del prossimo marzo, potrebbe bastare anche solo un occhio: beati monoculi in regna caecorum, direbbero i cultori della lingua latina.
L'esito delle prossime elezioni politiche è stato già disegnato dalla nuova legge elettorale: nessuna delle coalizioni in campo riuscirà a superare il 40% e il governo del Paese sarà definito in un accordo parlamentare tra Renzi e Berlusconi.
Tutto ciò accadrà in nome della politica contro il populismo, in nome della governabilità contro l'anti-politica, in nome della stabilità contro qualsiasi opzione di cambio di direzione della politica economica e sociale del Paese.
Le oligarchie politiche che decideranno, grazie alle liste bloccate, il nome di tutti i parlamentari hanno già definito i nuovi assetti di governo della nostra Repubblica. E la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sarà convinto di esercitare, col diritto di voto, il potere sovrano che, secondo la Carta costituzionale, non può essere sottratto dalle mani del popolo.
Insomma, siamo davanti ad una crisi drammatica del modello democratico tradizionale. L'attuale fase di transizione è destinata ad esaurirsi con la conclusione del processo democratico nazionale che è cominciato con la Resistenza al nazi-fascismo e con la promulgazione della Costituzione repubblicana.
È questa la lezione che giunge dalla Sicilia: Gianfranco Micciché, leader siciliano di Forza Italia, è stato appena eletto Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana (ARS) con i voti determinanti dei deputati di centrosinistra.
Era un esito scontato: in occasione di una trasmissione televisiva, all'indomani del voto siciliano del 5 novembre, dissi pubblicamente che Miccichè sarebbe stato eletto presidente dell'Ars con i voti del Partito Democratico, facendo infuriare il segretario palermitano del partito di Renzi.
Non sono un veggente... vedo solo con un occhio.

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