Erano 25 giovani e forti... quasi tutti morti

Qualcuno le ha definite, in modo dispregiativo, tesi complottiste. Sarà... ma perfino ad uno poco incline al calcolo delle probabilità o all'analisi statistica appare strano che tra i venticinque militari che parteciparono all'uccisione di Osama Bin Laden ventitré siano già morti. Ovviamente tutti per cause accidentali.
Evidentemente tra i misteri inconfessabili della "war on terror" c'è anche la (presunta) uccisione del capo di Al Qaeda, del più grande terrorista jadista, del più acerrimo nemico della (presunta) civiltà occidentale, del più pericoloso avversario della macchina da guerra americana. Una cosa è certa: Bin Laden è morto, anche se nessuno ha fornito una spiegazione ufficiale sulla dinamica dell'assassinio, anche se nessuno ha visto il suo cadavere, anche se sono state fornite spiegazioni diverse sul suo seppellimento. Bin Laden è caduto a seguito di una (presunta) incursione nel suo covo di Islamabad di militari statunitensi... Questo è chiaro, ma perché invece non sono chiare le ragioni che hanno prodotto la morte di ventidue militari che hanno partecipato al blitz? C'è qualche segreto inconfessabile per cui bisogna eliminare i testimoni? Adesso qualcuno dirà che appartengo alla pessima schiera dei complottisti e per difendermi mi tocca rispolverare le strane morti di dodici testimoni della strage di Ustica, gli strani suicidi di uomini della sicurezza Telecom, le trattative Stato-mafia... 

Commenti

  1. Inquieta, ma chiarisce il clima e il metodo, il chiaro riferimento a Ustica.

    RispondiElimina

Posta un commento